Ti mancherò

N.Ti ho odiata tanto, ma mi mancherai.

L….

N. Mi ascolti? Ho detto che mi mancherai!

L… Come? Ah, si, certo.

N. Ma che stai facendo?

L. Eureka!! Eureka..

N. … che stai facendo?

L. Studio. Ho fatto una scoperta, vuoi che te la racconto? Una scoperta vera, come quelle di Archimede. Ho provato il brivido della scienza, vuoi che te lo racconto?

N. Sentiamo

L. Sei pronto? E’ una storia un po’ lunga, c’è bisogno di un po’ di spiegazioni solo per farti capire che è una scoperta

N. Tranquilla, il tempo è l’unica cosa che non mi manca

L. Mi pare non ti manchino neanche i soldi, ma lasciamo perdere

N. Brava, meglio che lasci perdere. Parlami di questa scoperta.

L. Allora, ci provo. Bè, tu sai che l’economia è una materia un po’ complicata. Dicono che sia una scienza, ma io non capivo che significava. Per me assomiglia più a una logica che a una scienza, non la vedo come una cosa di laboratorio, fatta di tentativi e prove. Però ho fatto una scoperta.
Hai presente la Germania? Tutte le volte che ti parlano della Germania, in economia è sempre per citarti quel famoso esempio del dopoguerra, quando le persone andavano a fare le spese con le borse piene di soldi; che i prezzi e i salari aumentavano DUE volte al giorno, che emettevano banconote dal taglio pazzesco, tipo 1 mln di marchi o anche 10 mln di marchi. E io tutte le volte che leggevo questa storia sui libri di storia o di economia drizzavo le orecchie, sentivo un brivido e pensavo, “ora mi spiegano perchè è successo”, ma non me lo spiegava mai nessun libro e io rimanevo delusa e pensavo: “ecco uno dei tanti misteri insolubili della storia, che cazzo!”

Non so quanti mesi durò quella cosa, ma io mi chiedevo come fosse possibile accettare una situazione di quel tipo per le persone comuni.
È chiaro, voglio dire, i libri di storia lo dicono, che quella crisi economica è stata il volano dell’ideologia nazionalsocialista, il brodo di coltura delle ansie e paure che poi hanno condotto al nazismo. Ma quello che non capivo era come lo si potesse sopportare nella quotidianità dei rapporti sociali ed economici.

Invece c’è una spiegazione razionale, economica. Te la spiego.

Poniamo il caso che sia oggi. Che il pane e la spesa per l’alimentazione oggi costi 50 euro a settimana e si abbia uno stipendio di 1000 euro mensili. 50X4settimane= 200 euro al mese.

Poniamo il caso che per qualche motivo i prezzi aumentino, non in un anno, ma da un mese all’altro del 100%. Il secondo mese si avrebbe che per fare la spesa occorrono 400 euro e che le classi popolari debbano per questo rinunciare a tante altre cose: affitto, macchina, cena fuori. Ma stringerebbero la cinghia e per un mese potrebbero sopportare.

Poniamo però il caso che i prezzi continuino ad aumentare, che da 400 euro al mese si passi ad 800. A quel punto ai lavoratori non resterebbe altro che fare sciopero, sul serio, generale e completo e in una situazione del genere, effettivamente, ai padroni non resterebbe altro da fare che concedere l’aumento salariale necessario a compensare la maggiorazione dei prezzi.

Poniamo il caso che tutti si comportino onestamente.

Ciò significa che comunque anche le fabbriche, che concedono l’aumento, vorrebbero al tempo stesso continuare ad avere un margine di profitto e quindi aumenterebbero il prezzo dei beni, innestando un circuito vizioso e la spirale dei prezzi che aumentano 2 volte al giorno, con i salari che rincorrono come prassi.

Assurdo, certo! Ma che altro strumento avrebbe l’economia per regolarsi, se il salario e il profitto si riflettono entrambi nel prezzo e la moneta è l’unico mezzo di scambio? O così o nessuno produce più niente e l’economia si ferma.

Eureka!

Come hanno fermato il meccanismo? Le strade potevano essere 2. O a un certo punto gli industriali hanno smesso di cercare gli utili e si sono accontentati per un periodo abbastanza lungo di vivere con una salario operaio, uguale cioè a tutti gli altri lavoratori senza ricercare un profitto. O c’è stato un intervento dello Stato che ha ripudiato la moneta, creatane una nuova e congelato i prezzi a una certa soglia, ottenendo lo stesso effetto. Non so effettivamente quale delle due strade si è sviluppata storicamente, ma propenderei per la seconda.

Chiaro che le cause di questo evento storico non erano tutte interne all’economia tedesca e i debiti di guerra pesavano in tutto questo meccanismo. Chiaro che la spirale inflazionistica fosse un’occasione imperdibile per un sacco di speculatori. Ma alla lunga doveva trovare uno stop, perchè gli “agenti economici” cioè lavoratori e imprenditori non potevano far altro che accordarsi su salari e prezzi, perchè la produzione doveva funzionare e i lavoratori dovevano mangiare. E per le imprese, se anche avessero voluto mettere il muro e fare la serrata, lasciando a casa i lavoratori, non avrebbero avuto convenienza perchè sapevano di rischiare di perdere tutto, anche le quattro mura delle industrie. Quindi hanno dovuto aspettare che lo Stato si svegliasse e mettesse il pugno di ferro.

Assurdo. Completamente!

N. Capirai… io credevo che mi raccontavi chissà che di interessante, lo sapevo da un sacco di anni!

L. Guarda bellino che mica me l’hai raccontata te questa storia, sai? E che aspettavi?

N. Forse non mi mancherai poi tanto…

L. Antipatico, potresti anche rispondermi, invece di prendermi in giro.

N. E che ti rispondo a fare? Se tanto mi devi parlare di queste scemenze.

L. Sembreranno a te delle scemenze, per me sono importanti.

N. Solo perchè non le capisci e se te le raccontassi io non ti sembrerebbero altrettanto importanti, almeno così provi il piacere della scoperta.

L. Si, ma a che mi serve se te non mi rispondi.

N. Cara mia, devi capire che io non ho voglia di risponderti. E ora per piacere chiudiamola qui.

Questa voce è stata pubblicata in General e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.