E chi se lo scorda più?

Rocco… e chi se lo ricorda più?

Invece mi ricordo bene cos’è stato per me, quando l’ho conosciuto a Urbino, ormai laureanda, ormai convinta che l’università fosse quella cosa là. Quella che è: una roccaforte medioevale che col sapere e la conoscenza c’entra poco o niente. Ma se uno come Rocco c’è pur venuto a studiare, forse c’è speranza.

Le foto del rettore con la corona in testa, sputtanato su tutti i social. Già: un dato di fatto, mica una trovata. Chi ha mai pensato che ci sia democrazia nell’università? Chi pensa che ci sia nella società?

“Senti Ro’ ma che ci fai a 30 anni appena immatricolato?”

“Eh così… Tu non sai che storia”

E non la voglio neanche sapere: di me non ti dico niente e di te non voglio sapere.

Solo che così a forza di voler dimenticare, si finisce per non ricordarsi niente.

E così ci provo a tirare fuori i ricordi, quelli di tutti: “potremmo fare come nel film Basilicata Coast to Coast”; il petrolio trovato nella tua regione e la spiegazione di come funzionano le royaltes; l’analisi più accurata di chiunque altro a Urbino e il copiare le trovate degli altri; “oggi la mensa non si paga” e gli assegni da 4 euro e 50 centesimi sventolati in tribunale per saldare il nostro danno economico.

Rocco metti via quel bicchiere che fra un’ora c’è la manifestazione e devi trattare con gli sbirri.

“No, io le canne no, solo vino”.

Ok, il vino ci sta, ma perchè niente canne?

“Eh così… tu non sai che storia”

Ma dai non fare il palloso che fumare una canna non ha mai fatto male a nessuno!

Poi a giocare al pallone come i bimbi e te a calcio non sai giocare. Il capitano dalla panchina che entra in squadra nei momenti di crisi! Ora si che si svolta la partita!

“Che ci fa quella culona sui manifesti di Resistenze Anomale!”

Porco Dio, Rocco!

Quanto mi hai preso in giro e quanto mi sono sentita stupida insieme a te!

Dura poco un anno. Vola. E appena che ti ho conosciuto e già non ti vedrò più. Tu di là, io di qua ognuno a farsi la vita sua.

Non mi piacciono molto i discorsi educativi, anche se ormai ne avrei l’età, penso che siano una forzatura, però continuo a credere che l’importante sia non disperdere il lavoro politico che hai seminato. Che magari la politica non è solo quella cosa di occupare e autogestirsi, ma certo è anche quella cosa là.

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