In miniera

Filippo era uno scavatore di petrolio. Il petrolio era una sostanza rara preziosa che nell’antica società industriale spesse volte era stata paragonata all’oro stesso (oro nero) e a volte pure al denaro (petrol-dollari). A differenza però di questi beni pregiati aveva lo spiacevole inconveniente di finire e consumarsi.

Tutti sanno che l’oro, viceversa, lo si può fondere e rifondere quante volte si vuole e solo una piccolissima parte del suo peso si consumerà, mentre il petrolio quando lo si bruciava andava per forza consumato e nelle sue trasformazioni lasciava solo scarti schifosi come la plastica o altri composti chimici.

Così che il petrolio liquido era progressivamente scomparso e sempre più per reperirlo bisognava andare a scavare in miniera.

Filippo era uno scavatore di petrolio.

Che uno avrebbe anche potuto dirgli: “ma che lavoro del cavolo ti sei trovato?”, ma lui era contento di scavare petrolio perchè la paga era buona, il lavoro suo nessuno lo voleva fare e peraltro tutti gli stavano lontani perchè aveva sempre addosso un odore di benzina piuttosto sgradevole.

Un giorno però nella miniera di Filippo successe un grave incidente e una portantina di petrolio, sua amica, rimase coinvolta nel crollo. Filippo quel giorno non era a lavoro, ma quando seppe la notizia subito si recò alla miniera, dove già erano accorse decine di persone, per prestare soccorso.

Purtroppo l’incidente era stato clamoroso e quando chiese informazioni gli risposero che ormai non c’era più niente da fare. Non solo la sua amica era ormai perduta per sempre sotto una montagna di macerie oleose, ma anche la miniera era diventata impraticabile pure per il più esperto scavatore.

Così Filippo, che non si faceva prendere facilmente dallo sconforto, pensò: “poco male per la mia amica, ma il petrolio non lo voglio perdere” e fece una cosa molto disdicevole per uno scavatore di una miniera, seppure di una miniera di petrolio: si alleò coi padroni e proclamò lo stato di agitazione, dichiarando che avrebbe licenziato tutti quanti non avessero immediatamente ripreso i lavori di scavo.

Quello che Filippo non sapeva era che i lavoratori non sono fessi e che quando gli si chiede di riiniziare un’attività pericolosa ci pensano cento volte e fanno tutte delle misurazioni lunghissime fra il pane e il denaro e quale delle due cose sia più conveniente ottenere. E infatti nessuno tornò a lavoro per tantissimo tempo.

Filippo si rassegnò così ad andarsene al mare per qualche tempo, in attesa che i lavoratori rinsavissero di cervello.

Quando molti mesi dopo, finalmente, i lavoratori rinsavirono e lentamente tornarono nei ranghi prendendo il piccone in mano per riaprirsi una strada verso il filone di petrolio trovarono la portantina in una piccola insenatura della montagna. O meglio, trovarono quello che ne restava. Costei infatti quando si era trovata coinvolta nel crollo stava miracolosamente passando sotto un grosso trave portante della miniera che aveva retto al cedimento e gli aveva permesso di rimanere illesa.

Non essendo però mai arrivati i soccorsi era poi morta di fame nell’attesa.

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