Storia della cagnolina

Quando ero molto piccola avevo una cagnolina. Allora abitavamo in un appartamento e lei viveva sul balcone. Era un balcone piccolo e a lei toccava passarci tutto il giorno. Poi la sera il rituale di famiglia era di liberare tutto il corridoio che dalla porta di casa andava alla portafinestra del balcone, da giocattoli e ammennicoli vari, aprire la porta di casa e poi aprire la porta del balcone, godendo così della vista di una cane a forma di razzo che scappava verso la libertà. Ovviamente i miei genitori, furbescamente, la lasciavano uscire a stomaco vuoto di modo che la fame la riconducesse a cercare la cena sempre a casa dopo una mezz’oretta di scorribande.

Ci trasferimmo poi in una casa che aveva anche un giardino… Avrà così guadagnato la libertà la cagnolina? No. Peggio. Perchè in questo giardino c’era un orto e la mia cagnolina aveva il brutto vizio di fare buche. Le piaceva scavare. Quindi, chi di famiglia proprietario dell’orto ci ingiunse di tenere la cagnolina alla catena. Si iniziò così un periodo molto infelice nella vita della cagnolina, la quale non veniva mai portata a spasso da noi che eravamo padroni dissennati e lei passava tutta la vita alla catena. Quando per un qualche caso riusciva a liberarsi scappava.

L’orto fu poi smantellato, ma la povera cagnolina, vittima di un circolo vizioso, non trovò la libertà. Perchè succedeva che se veniva liberata non c’era recinto abbastanza alto in grado di contenerla, lei scappava e non tornava per giorni e giorni. Quindi la tenevamo legata per non farla scappare, e se la liberavamo scappava.

La storia ha però un lieto fine. Infatti alla povera cagnolina, che noi negli anni avevamo accudito così bene, pensammo di affiancare un altro cane. Fu proprio una bella idea, dal punto di vista della cagnolina. Questa infatti alla vista di un amico cane si calmò immediatamente, si potè liberarla e quasi mai se ne andava. Solo ogni tanto per dimostrare che sapeva ancora farlo.

 

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